cinquantatréL’Infuso delle 17, di mercoledì 28 maggio 2025

 

 

Napoli Campione
visto dallo Spazio

 

 

Salve Terrestri.

Sono l’entità interplanetaria emanazione della risonanza galattica proveniente da un’altra dimensione chiamata DgrmndMrdn000000010, manifestatasi qui in caratteri terrestri romanici perché la mia testimonianza fosse a voi comprensibile.


Da quello che per facilità chiamerò semplicemente “Lo Spazio”, l’osservazione pura dei fenomeni terrestri ha dato segni anomali nello spettro fenomenico all’interno dal vostro sistema solare, esattamente dalle ore ventidue e quarantotto del ventitre maggio, secondo la misurazione del tempo prevalente sulla terra alla maniera gregoriana secondo lo stile moderno alla fiorentina col fuso dell’ora media di Greenwich più uno – da cui si evince la vostra dedizione alla complicazione. Da quel momento, dal vostro pianeta sono state rilevate esplosioni del campo eterico vibrazionale con epicentro l’area delle terre emerse con coordinate 40°50’49.20” Nord e 14°15’54.00” Est, ma con estensione capillare in quasi tutto il globo, in particolar modo nell’area sub-equatoriale con coordinate 23°32’45” Sud e 46°38’17” Ovest.

Le analisi energetiche tradotte in linguaggio a voi comprensibile hanno rilevato una correlazione tra l’innalzamento vibrazionale del campo aurico prodotto e il rituale collettivo che si è innescato in conseguenza di un pittoresco evento di incomprensibile rilevanza umana, consistente in:

 

il Napoli che vince il suo quarto scudetto, conquistando per un punto la vetta della classifica nel campionato nazionale di calcio.

 

E cosa ha a che vedere ciò col conseguente rito collettivo? Dalla nostra osservazione sappiamo che durante ogni ciclo, da voi definito anno solare, vengono assegnati in tutto il pianeta migliaia di premi sportivi. Ma ciò che emerge attraverso la risonanza astrale rilevata è che:

il caso Napoletano è particolare.

A differenza di tutte la altre unità territoriali da voi definite, in questo caso la città tutta, la provincia tutta, la regione tutta, entra in un particolare stato di eccitazione e vitalità, di sentimento di fratellanza e condivisione, di collasso mentale dai problemi e speranza per l’avvenire… galattico! Ma il fenomeno non è solo cittadino o regionale. Ci risulta che l‘area metropolitana di Napoli conta poco più di tre milioni di corpi astrali incarnati (anche se quelli disincarnati in questa città sono molti di più)… Ma rileviamo che Napoli non è solo… a Napoli! Io stesso, in quanto entità interplanetaria emanazione della risonanza galattica proveniente da un’altra dimensione chiamata DgrmndMrdn000000010, sono rimasto allibito ricollegandomi all’informazione che tra tutte le città al mondo popolate dai napoletani, Napoli è al quinto posto! Ci sono più napoletani a San Paolo in Brasile che a Napoli! Terre già citate secondo le coordinate su menzionate. Ma anche a Buenos Aires e a Rio de Janeiro ci sono più napoletani che a Napoli! Persino Sidney conta più napoletani che a Napoli… da non crederci! Seguono New York City, Londra, Toronto, Berlino e Monaco di Baviera.

Ora potete solo immaginare ciò che abbiamo potuto rilevare da lassù al momento del fischio finale dell’arbitro nel match decisivo contro il Cagliari, e cosa può aver prodotto a livello vibrazionale in contemporanea in tutta la comunità napoletana del mondo: un boato cosmico di alte frequenze di salti, gioia, abbracci, canzoni, ammore, pizza e babbà per tutti! – Eh sì, la cucina terrestre è uno dei nostri principali oggetti di indagine.

Era già successo altre tre volte nel vostro recentissimo passato. Ma perché un così potentemente diffuso e condiviso rituale vibrazionale non si manifesta anche in altre necessarie circostanze? come per esempio a servizio della rivendicazione dei diritti umani o a sostegno del dissenso contro le soverchierie e le ingiustizie perpetuate dalle vostre leggi o, ancor più auspicabile, verso la costruzione di un nuovo mondo…? Perché questa potenza si manifesta solo attraverso, rimanendone circoscritta, l’ambito calcistico?

Quello che evinciamo dallo Spazio è che il calcio, lo sport, è alla portata di tutti, è trasversale ad ogni ceto e formazione, ogni categoria umana e sociale. Ecco perché. Il tifo sportivo non discrimina nessuno, è facile, comodo e dà facile soddisfazione o accessibile consolazione in caso di sconfitta.


Nel calcio il senso di riconoscimento in qualcosa e l’orgoglio patrio sono alle stelle (energeticamente parlando): l’umano tifoso tipo non dice “La squadra per cui tifo è la più forte”, semmai questo lo dice l’analista sportivo. L’umano tifoso tipo dice “Siamo i più forti!” oppure, come dicono in coro i napoletani: “Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi!”.

Siamo? Ma noi chi? Perché metterti in mezzo, oh umano tifoso tipo? Che c’entrate tu e tuoi parenti e amici umani con i meriti sportivi di quegli undici altri umani ragazzotti che infilando un pallone in rete ti fanno così cosmicamente contento?

Il Napoli è la squadra del cuore dei napoletani. Sembra scontato, invece è molto strano. È stranissimo. Pensateci bene… non è certo una squadra fatta da ragazzi napoletani cresciuti nei quartieri popolari che a furia di sacrifici, talento e forza d’animo sbaragliano le altre squadre delle altre città. Come sappiamo, non è affatto così. Anzi. Il Napoli si chiama ufficialmente Società Sportiva Calcio Napoli ed è una società per azioni secondo l’umano codice di diritto commerciale; i calciatori che ne fanno parte, non sono scugnizzi autoctoni, ma very important person, cioè umani per voi più importanti di altri umani, tra cui pochissimi napoletani, per lo più forestieri, strapagati e sponsorizzati da altre cosiddette società per azioni.  Eppure, umano tifoso tipo, senti fortemente in quella squadra lo spirito dell’antica gloria di Partenope, emanazione galattica in forma ibrida tra umano e pesce – che mandammo sulla Terra qualche migliaia di vostri anni fa – a cui ti senti visceralmente di appartenere, quella stessa emanazione galattica che i maestri Jedi definiscono come “La Forza”, quella energia unica che pervade tutte le cose, che permea l’Universo, e che unisce tutto in armonica coesistenza – ah, i Jedi sono realmente esistiti, ma voi continuate a vederli come personaggi di fantasia.

Questa Forza galattica si risveglia dall’interno dell’animo del napoletano attraverso questo rituale collettivo planetario innescando immediatamente un senso di vera solidarietà spirituale, una sorta di remissione dei peccati e di amnistia collettiva, una specie pura di fede che dal cuore pervade le menti, le ammorbidisce, le dilata, stimolando adrenalina e ossitocina assieme per una vicinanza collettiva che fa dimenticare i problemi e le scaramucce interpersonali. Almeno per una notte.

E tutto avviene istintivamente, senza accordo esplicito tra questi milioni di anime sulla Terra che al suono di quel fischietto finale si esaltano come non mai, urlando di straziante gioia, pervasa da un senso di ancestrale felicità, i cui motivi sono ben più profondi di quanto la vittoria di un campionato di calcio possa giustificare.

Magari non tutti i napoletani sono umani tifosi tipo e a tanti (compreso l’umano attraverso cui ho infuso questo messaggio) ormai del calcio non gli frega più un asteroide… eppure, l’onda vibrazionale di questo rituale collettivo travolge anche i più distratti e cinici.

Abbiamo visto cose che voi umani… Anziane signore, col viso malamente dipinto d’azzurro, che danzano e ammiccano, con gesti apotropaici di natura sessuale cantando sguaiate filastrocche in rima in lingua napoletana (il napoletano non è dialetto ma lingua da noi codificata); abbiamo visto bambini appena bipedi che, inondati dalla – per loro incomprensibile – euforia dei genitori, e con i neuroni specchio a palla, saltellano felici con la piccola maglietta azzurra col nome di McTominay o Lukaku (due protagonisti decisivi di questa conquista sportiva che – prevediamo – daranno il proprio nome, oltre che alle magliette, a tanti piccoli Esposito tra qualche mese); altri piccolissimi umani, che a malapena sanno dire mamma o papà ma che hanno ben imparato ad esclamare divertiti: “Inter medda!”; malati cronicamente allettati che, novelli Lazzaro, si tirano su per la prima volta da mesi per guardare la scintillante e roboante festa della città fuori dalla finestra; parenti che non si parlavano più e che finalmente si riabbracciano dopo anni, dimenticando i vecchi rancori; moribondi che sentono di poter ora morire felici, che tanto il Napoli è campione. Ma, per la legge del “così in alto come in basso”, anche risse a bottigliate e cinghiate, sparatorie con più feriti che a capodanno; ragazze che avevano promesso di “uscirle” e, come fossero regine rivolte ai sudditi affamati dal loro regale balcone, le hanno “uscite”; sfilate di motorini la notte prima del match sotto l’hotel della squadra avversaria per togliere loro il sonno; auto rubate, scoperchiate e dipinte di azzurro per andare in corteo durante i festeggiamenti, e tanta tanta altra isteria collettiva…

Ad ogni modo, in questo momento, fare un giro per le vie di Napoli può essere vibrazionalmente più taumaturgico che immergersi nelle acque di Lourdes o riattraversare le celle sotterranee della Piramide di Chefren.

Siate accorti terrestri, napoletani e non: siete chiamati ad utilizzare tutta questa energia cosmica risvegliata per qualcosa di più, per qualcosa di bello, per qualcosa di importante per voi e l’umanità di cui fate parte. Fatevi forti di questa esaltata condizione, attivata e alimentata dal rituale collettivo per uno scudetto conquistato, per avere il coraggio di compiere i vostri salti quantici, necessari per la trasformazione della vostra stessa esistenza.

 

Saluto voi terrestri
col tradizionale mantra di riequilibratura intergalattica:

Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…
chi ha dato, ha dato, ha dato…
scurdámmoce ‘o ppassato,
simmo ‘e Napule paisá!”

 

astralmente vostro,
l’entità interplanetaria emanazione della risonanza galattica proveniente da un’altra dimensione chiamata
DgrmndMrdn000000010

(attraverso l’umano, non tipico)
Valentino Infuso
 

Immagine: “Vedi Napoli e poi… ”

 

 

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