Descrizione

Questo è un piccolo racconto.

Un piccolo racconto di qualcosa di grande.

L’amore sa manifestarsi attraverso sembianze insolite, inaspettate, inimmaginabili.

Mai mi sarei aspettato, mai avrei immaginato, che l’amore potesse palesarsi in cotali strambe fattezze, nella forma tangibile attraverso la quale – pare – abbia deciso di manifestare in questa dimensione la sua straordinaria infinita unica tenera essenza.

Quanti tra voi, che vi apprestate a leggere il libercolo che stringete tra le mani, possono affermare di aver incontrato un angelo? Quanti possono affermare di averlo visto in faccia, concretamente, mica in sogno, in trance o in meditazione, sotto effetto di qualche funghetto o pianta medicina tanto in voga; neanche facendo l’amore, no signore. Non mi riferisco al tipo estatico di contatto angelico, ma all’incontro diretto, materico, con un angelo che si guarda, si annusa, si tocca… Io sì, posso affermare senza alcun ragionevole dubbio che sì: a me è capitato. Straordinariamente, semplicemente.

Era un giorno “qualunque”, un giorno unico dal cuore straordinario. Ma non lo sapevo.

L’angelo mi si manifestò. E come ogni angelo che si rispetti, arrivò quando era giusto arrivasse; come ogni angelo che si rispetti, aveva ali, aveva piume, e non aveva sesso o, almeno, non lo si poteva riconoscere. Sì, il mio aveva tutto quello che deve avere un angelo che si rispetti. Aveva tuttavia qualcosa in più che lo rendeva unico: un piccolo buffissimo bellissimo becco nero.

I fatti che seguono sono tutti veri. O quasi.

Questa è la storia della sua venuta,

della sua crescita, della sua vita,

del mio apprendimento.

Nella luce come nell’ombra.